città tecnologica

cyber monday- in cerca di creature intelligenti

Dopo l’annuncio della Nasa della scoperta del sistema solare Trappist-1, io e Ambra avevamo una spinta in più per andare a fare visita Nasa Visitor Center di Mountain View.

Il programma prevedeva un pranzo veloce con Dorris in un ristorante cinese scelto da lei e poi di corsa a cercare tracce di creature intelligenti o per lo meno interessanti…

Atmosfera inquietante e lavori in corso

L’arrivo alla base della Nasa prometteva bene, atmosfera lunare e surreale.

Però non c’era nessuno. Ma proprio nessuno. Tanto che, a dirla tutta, ce ne stavano per andare pure noi. Ma poi abbiamo stretto i denti  siamo scesi dalla macchina, Franky si era addormentato e con cautela lo abbiamo adagiato sul passeggino. Il rischio, come sanno tutte le creature intelligenti, è quello che si svegli mentre lo si sposta da una parte all’altra, ma con grande abilità siamo riuscite nell’impresa.

Ci siamo lentamente avvicinate alla base e sempre un po’ titubanti siamo entrate. Purtroppo nessun colpo di scena, nessun extraterrestre, nessun simulatore di assenza di gravità…  Non che ci aspettassimo chissà che. però speravamo in qualcosa un po’ più all’altezza della Silicon Valley…

Qualche indizio, in realtà, era a portata di mano, ma eravamo accecate dal sogno della Nasa e non ci abbiamo dato troppa importanza. Con ordine:

1)  Innanzitutto il museo-tendone era ad ingresso libero: cosa strana per essere in America, dove anche se vai in gita in un parco naturale devi pagare l’ingresso. Però, ci siamo dette, con tutti i soldi che avranno alla Nasa ci sta che abbiano un museo gratis…

2) Appena entrati il simpatico ragazzo al banco informazioni, ridendo, ci ha detto che dovevamo pagare 200 dollari. Poi, sempre ridendo, ci ha rassicurato sul fatto che stava proprio scherzando, che potevamo stare quanto volevamo, anche tutto il giorno e di non preoccuparci.

> Questa stessa frase ‘potete stare quanto volete, anche tutto il giorno’ ce l’avevano già propinata nel museo del Quilt di San José, dove, tra l’altro, il biglietto di ingresso era di 8 dollari. Il museo del Quilt, seppure abbia manufatti meravigliosi, è  costituito da una stanza… quindi un giorno intero sarebbe stato davvero difficile da impiegare lì dentro… Comunque… Io per fortuna avevo un coupon e sono entrata gratis.

Torniamo alla nostra ricerca di creature intelligenti…

Superato lo scoglio tendone e simpatia del receptionist avevamo proprio voglia di lasciarci sorprendere da questo museo spaziale… e in questo ci è venuta d’aiuto  il modulo della stazione spaziale Internazionale del satellite che si trova al centro della grande struttura, e che, effettivamente, ti permette di immergerti nel mood viaggi stellari.

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Entrando nella capsula della stazione spaziale e prestando un po’ di attenzione ai dettagli si può provare a fare un salto immaginario in orbita: ecco gli strumenti che sono stati usati per portare avanti ricerche e analisi sullo sviluppo delle uova di rana nello spazio (per gli appassionati ho trovato un documento in cui si descrive l’esperimento datato 1992); i sacchettini di cibo disidratato per il viaggio (in vendita anche al gift shop…); gli attrezzi per fare ginnastica, i computer del tempo, levette, pulsanti, bottoni …

Diciamo, però che questo era il pezzo forte.

Il resto dell’esposizione non era il massimo:  cartelli ‘out of order’ attaccati qua e là, oppure i cartelloni, infografiche  datate 2014, un senso di abbandono generale, ad esempio i cartoni accatastati vicino ai bagni….

Non voglio fare la puntigliosa… ma avete appena scoperto un nuovo sistema solare… aggiornateli ‘sti cartelli, dai!

La stanzetta dedicata ai viaggi sulla luna con un VERO pezzo di roccia proveniente da lassù, la telecamera raggi infrarossi e i documentari lanciati in loop su un grande schermo hanno salvato in corner la nostra gita al museo.

 

E come non menzionare il fichissimo gioco: ‘prova a creare un sistema planetario STABILE’.  Ecco, qui avrei potuto passarcela l’intera giornata… si potevano posizionare stelle, pianeti, asteroidi e osservare la loro orbita, vedere se collassavano, se si scontravano etc.

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Insomma… il museo di per sé non è niente di che. Ma è gratis e merita una capatina. E… per questa volta li perdoniamo, questi americani.

p.s. creature intelligenti: neanche l’ombra

Per questa volta vi perdoniamo.

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