Cosa fare per riempire i vuoti che ogni tanto ti esplodono dentro?
Ovviamente mangiare.
E qui puoi mangiare davvero di tutto: malese, thailandese, greco, italiano… nominate un paese e al 99% da qualche parte nella valley c’è il ristorante con cucina tipica di quella nazione. Dico veramente! Ho fatto la prova qualche secondo fa con il paese di provenienza di una ragazza conosciuta l’altra sera: il Kirghizistan. E ho detto tutto.
Torniamo a noi.
Ecco alcuni dei posti che con Ambra e Franky abbiamo visitato in pausa pranzo, mentre correvamo di qua e di lá, usando con spensieratezza e un po’ di incoscienza la macchina di Salvo (questa é un’altra storia a cui dedicherò del tempo più avanti).
>> tu vuoi far l'(a colazione) americana <<
Un giorno, dopo essere state tutta la mattina in un parco con altre mamme conosciute tramite un Meet Up, e aver passato un’ora dando erba e fiori a due simpatici asinelli (ovviamente con Franky), non abbiamo potuto fare a meno di cercare un buon caffè dove farci un brunch all’americana. E con brunch all’americana intendo: uova, pancetta, pancake, sciroppo d’acero, fagioli e salsiccia.
Eravamo dalle parti di Palo Alto e abbiamo fatto una capatina da Joanie’s Cafe.
Avremmo voluto farci una colazione a testa, ma alla fine, dopo attenti calcoli e moltiplicazioni (dollari in tasca e calorie di ogni piatto) abbiamo deciso di ordinare ‘solo’ una colazione all’americana (senza fagioli) e un pancake, e di dividercelo. Per Franky un uovo strapazzato.
Nei nostri giri abbiamo incluso un bel pranzo con polpette dell’Ikea e bella vista su East Palo Alto, un pranzo al Children’s Museum di San José con, diciamo, ‘temporary out of work mothers’ (osservare bene gli sguardi delle mamme persi nel vuoto che sperano che tornando a casa i figli si addormentino MA che non si sveglino proprio nel momento in cui parcheggiano), un pranzo da un thailandese a Mountain View, un panino a Standford, una pasta da Alessandra.
Ma ora due parole su due posti top, rigorosamente asiatici e degni di nota.
>> mitico Sushi Tomi <<
Tra i preferiti del momento c’è di sicuro Sushi Tomi, ristorante giapponese a Mountain View con banco a vista e maestro Sushi in primo piano, pronto a fare roll di ogni tipo com pesce di buona qualità. Salvo mi ha portato qui spesso e non ho potuto negarlo a mia sorella.
>> Cina contro Cina <<
La prima settimana che Ambra è arrivata abbiamo invitato Dorris a pranzo. Lei ci teneva a portarci un giorno in un ristorante cinese. La scelta è caduta su un ristorante cinese Honk Kong style che propone il Dim Sum, cucina tipica di Honk Kong e del sud della Cina.
Dorris, che è del nord della Cina, senza troppi giri di parole ci aveva detto che lei non ama il Dim Sum. Tutto il mondo è paese e anche in Cina, a quanto pare, tradizioni del nord e del sud a volte si scontrano.
Io ero già stata ad un Dim Sum e, a dirla tutta, mi piace tantissimo.
Praticamente si arriva in questa sala immensa che potrebbe ricordare una sala da bingo, tutta costellata da tavoli rotondi per 4/6/10 persone e che a partire dalle 11 di mattina iniziano a riempirsi di ospiti. Contemporaneamente iniziano a uscire dalle cucinei camerieri che spingono carrelli pieni zeppi di cestini, piattini, verdure, ravioli, dolci ( non troppi dato che nella cucina cinese non sono ricorrenti e comunque si mangiano tra la zuppa e la medusa in agrodolce), e poi polpette, pane ripieno di maiale, e frittura di pesce, e frittura di patate dolci e biete, e cose che non saprei nominare perché ad un certo punto abbiamo dovuto smettere di accettare tutte le portate.
In realtà prima di fermare gli ordini abbiamo dovuto assaggiare uno dei piatti preferiti di Dorris. Lei aveva mangiato poco e non potevamo dirle di no….
il piatto preso lo potete vedere qui sopra.
Io non l’ho amato particolarmente. Non so perché, ma é un animale che non mi piace (ricordo un pranzo in veranda a Su Baroni e un successivo correre in bagno), e poi é una parte che proprio faccio fatica a… diciamo ‘mandare giù’?
Di che si tratta? Indovinate e avrete un regalo.
La sala del Dim Sum é bellissima e di solito c’è anche una parte con banco del pesce e anche vasche col pesce.
e dopo pranzo, ecco l’ora del >> caffè <<
Allora… è risaputo che qui, in America, il caffè non lo sappiano fare. E non solo perché per loro caffè = beverone al caffè, ma soprattutto perché nella miscela mettono spezie varie che non sempre lasciano l’italiano contento. Anzi, direi mai. Probabilmente aggiungono un po’ di noce moscata e cannella, questa la sensazione quando si sorseggia una delle loro bevande.
Ma non c’è da disperarsi. Un modo per gustarsi un caffè o un cappuccino si trova sempre.
Buona notizia per i milanesi e per i pir(L)omani della pianura asciutta: Starbucks fa un espresso decente. Ricorda vagamente il nostro, sicuramente non quello che si beve a Napoli, ma almeno non ci trovi la noce moscata. Zero stelle, invece per i cappuccini, o i loro latte con panna, caramello, ice tea con banana… ma questi sono gusti personali.
Però c’è e un però … da queste parti da Starbucks sono lentissimi. Tipo che conviene andar in bagno e poi contare fino a 100 e solo in quel momento, forse, ti chiamano.. Però niente atti vandalici, per favore. Siatene consapevoli e stop. Qui non battono ciglio. Aspettano tranquilli…
Non so che problema abbiano. Non so se è na considerazione da milanese imbruttita… bah! Probabilmente perché ogni volta che devono servire un cliente devono ricordarsi la ricetta (sono molto complesse, ogni ricetta ha un’eccezione, un ingrediente segreto etc) , comunque visto che i tempi di attesa del tuo cavolo di bicchiere (di carta) con dentro quello che ricorda il caffè sono eterni e visto che costa un sacco, io da Starbucks ci vado il meno possibile.
Ho invece trovato il mio nuovo bar, che pur non avendo kiffel o cornetti alla crema, serve un buon cappuccino. Trattasi di Bean Scene, proprio nel centro storico di Sunnyvale: se siete nei paraggi pianificate una sosta!