Silicon City

pranzare, traslocare, respirare. se guardi in alto c’è ancora lei.

E così si chiude anche questa settimana, la Befana si è portata via tutte le feste.

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Lo so, la Befana arriva il 6 e non il 7… Comunque questo è quello che ci ha scritto…

è stata una settimana intensa, piena di cose da fare e da organizzare.

A capodanno abbiamo ricevuto le chiavi della nostra nuova casa; il 2 Gennaio  è arrivato un camion che ci ha consegnato lettone California King size e i divani – divano più chaise longue, per non farci mancare nulla-; ieri sono arrivati alcuni mobili dell’Ikea (ordine numero 1); Salvo ha cominciato a montare tutto; domani arriva  un altro camion Ikea (ordine numero 2) con lettini, mobiletti, tappeti, poltrona, cassettiere…

La casa si sta piano piano riempiendo e mentre giriamo le viti mi chiedo se forse non abbiamo un po’ esagerato con gli acquisti…

Ma prima delle lamentele lasciamo spazio alle cose belle!

Abbiamo festeggiato il 1 dell’anno a casa di Dorris, con suo marito, l’amico di Carmen Sofia, Will e i mitici nonni che ci hanno preparato duecento leccornie cinesi.

Sulla tavola splendevano ravioli cinesi ripieni, pollo in agrodolce, riso saltato, il tofu fritto, l’insalata di tofu, le costine di maiale cotte per 7 ore in nonsocosa, l’insalata di arachidi sedano e carote,  le polpette di maiale, l’insalata cinese… mancavano solo gli involtini primavera!

Io ho preparato le mie mitiche lasagne e abbiamo portato vino e  panettone.

è stato divertente! Il marito di Dorris, che lavora in Linkedin, è simpatico e anche un po’ logorroico, quindi ci ha intrattenuto piacevolmente. I nonni di Will sono stati molto cari, non hanno detto una parola e hanno continuato a cucinare tutto il tempo!

Finito il pranzo abbiamo ringraziato e siamo andati ad aprire la nostra nuova casetta.

è una casa ad un piano, abbastanza spaziosa: sala, cucina, due stanze e un bagno.  Fuori c’è un bel garage e sulla strada c’è un piccolo giardino che, però, condividiamo con la famiglia che abita dall’altra parte del duplex. I nostri vicini sono dei tipi un po’ strani, devo ancora inquadrarli. Vengono dalla Virginia e hanno una bimba che ha l’età di Chicca.

Giusto per differenziarla da tutte le ‘nuove case’ che abbiamo cambiato in questi ultimi tempi l’abbiamo chiamato ‘la casa col camino’, dovremmo chiamarla ‘casa col camino a propano’, ma questo è un dettaglio.

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Calza della Befana, sulla sinistra un pezzo del super divano, in alto alcuni disegni di Carmen Sofia

Ogni tanto penso che con un appartamento ci saremmo trovati un po’ meno isolati. é vero che magari ti trovi dei vicini che non sopporti, ma c’è un po’ più di varietà…. comunque ci sono tanti punti a favore in questa casa: ha un buon prezzo, è in un quartiere centrale da cui facilmente e senza macchina posso raggiungere la biblioteca, il supermercato, la scuola di Carmen Sofia e il ‘centro’, downtown.

Quando si parla di downtown nelle cittadine della Silicon Valley si intende una strada con ampi marciapiedi e negozi. A volte le strade adiacenti sono anch’esse più o meno urbane, o ricordano una città. Nel caso di Sunnyvale quando si dice downtown si parla di Castro Street, dove, tra l’altro, ci sono una bella libreria per adulti e una per bambini,  una gelateria aperta e gestita da indiani che ti parlano in italiano/romano. Attorno c’è qualche grande magazzino (Target, Macy’s) qualche caffè, qualche bar e tanti posti dove mangiare.

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Gente da Sturbucks

Funziona.

Ovviamente, a pochi passi da ‘dowtown’ c’è un parcheggio sterminato…

Meno male che in alto c’è sempre lei, insomma… che ‘se guardi in alto c’è ancora la luna’, perdonatemi la cit un po’ fuoriluogo.

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Goodnight Moon

Domani smonteremo l’alberello che ci ha accompagnato questo Natale e a breve ci dovremo inventare una nuova routine.

Sveglia presto, colazione all’americana, andremo a piedi a scuola, saluterò Carmen Sofia e mi ributterò per strada con Francesco per cercare posti caldi e accoglienti in cui cercare casa, sentirci a casa, fare casa.

 

 

 

Un pensiero riguardo “pranzare, traslocare, respirare. se guardi in alto c’è ancora lei.

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