Salvatore ha tenuto i bimbi e mi sono concessa una gita a San Francisco. Libera di dedicarmi una mezza giornata perché c’è qualcuno che sa tenere a bada le due piccole pesti.
Libera di prendere il treno, il Caltrain, e di osservare dall’alto la baia: casette, strade, capannoni, aerei che decollano e atterrano, gente che sale, gente che scende.
Libera, finalmente, di girare in città. Tra strade, rumori, traffico, grattacieli.

Libera anche di vedere la povertà, la marginalizzazione degli homeless, con le loro tende, i loro carrelli. Quella povertà che nella Valley è quasi censurata.
Libera di vedere dove è e come si organizza la cultura in questo angolo di cielo: gallerie d’arte, manifestazioni, community gardens….

Mentre ero sul treno continuavano a salire gruppi di persone con cartelli, cartelloni, cartellini. Tutti pronti a partecipare alla marcia di protesta contro i tagli alla ricerca scientifica (anche qui, ahimè…) eccoli qui … diretti alla March of Science

libertà, libertà, libertà…
Da quasi un mese la sera con Carmen Sofia leggiamo le favole di la Fontaine.
Per caso ci siamo imbattute ne ‘Il lupo e il Cane‘…
– Ti legano? – esclamò cangiando tono.
Né correre tu puoi dove ti piace?
– Che importa? – Importa a me, colla tua pace;
fossero d’oro, i piatti tuoi ti dono,
non è una vita, no, che m’innamora -.E presa la rincorsa, corre ancora.
La mia nonna ripeteva fino alla nausea:
‘Anche legata a un tavolo sono una persona libera’
Parlava della sua spiccata predisposizione a dire tutto quello che le passava per la testa.
libertà, libertà, libertà….
Sarà che non sono certamente mai stata in prima linea a lottare per la libertà. Purtroppo, eh, non che sia un vanto. Non mi metto certo a scodinzolare, però ….
Nella mia ora di libertà rifletto su quanto è bella e importante la libertà di essere, e di poter andare in posti nuovi, magari trovarvi la salvezza. Movimento del corpo e del pensiero.
Rifletto, sempre in verità, sulla grande fortuna che ho avuto: la mia famiglia che mi ha permesso di viaggiare e insegnato a non aver paura; la fortuna di crescere e vivere a Milano, in Italia, dove ho imparato ad amare la dimensione urbana, la sua storia e cultura, dove ho potuto, con spensieratezza, andare a scuola; la fortuna che ho avuto di frequentare una grande scuola pubblica che mi ha dato strumenti per vivere la città e capirla, conoscerla e provare a cambiarla.
Torno a ‘casa’.
