Finalmente ho ripreso la mia personale ricognizione delle biblioteche della valley. Oggi è stata la volta di Palo Alto.
Nel costruirsi una mappa mentale di questa parte di mondo, chiunque, e quindi anche io, riconosce in Palo Alto un punto di riferimento.
I motivi sono tanti: qui sorge l’Università di Stanford (dal 1885), fino agli anni ’50 questo era il nucleo urbano più consistente nella valle (25.000 abitanti nel 1950 contro i 6.000 di Mountain View e i 10.000 di Sunnyvale, che oggi invece sono tra le cittadine più popolose e contano, rispettivamente, 74.000 e 140.000 abitanti!), e, andando più indietro nel tempo, si scopre che gli indiani Ohlone, che hanno abitato queste terre per quasi 5.000 anni, proprio qui costruirono alcuni dei oro villaggi.
Che ci sarà mai di speciale? Ci sono motivi legati proprio alla specificità del luogo (la presenza dell’acqua), e a quell’albero alto che alla città da il nome – soprannominato ‘palo alto’ dai colonizzatori spagnoli- che cresce sulle rive del San Francisquito Creek.
L’albero, nonostante tanti non lo sappiano, esiste ancora. Si tratta di una sequoia sempervirens di 1076 anni, alta circa 31 metri, ancora in buono stato di conservazione.
Forse tra tutte le zone che finora ho visto, questa è quella che trasmette più un’idea di urbanità o ‘suburbanità dolce’, se così mi permettete di chiamarla. Ci sono tante villette, ma anche tante zone dedicate ai servizi, e quasi tutto posto in relazione, con una buona mixitè (ovviamente in un’accezione suburbana), quasi tutto raggiungibile anche a piedi, in bici o con passeggino.
Ma il motivo principale che mi ha spinto a Palo Alto è che ha ben 4 (!) biblioteche e, di queste, una è dedicata esclusivamente ai bambini.
Ero curiosa di vederla, dato che spesso mi è capitato di passarci vicino ma di non riuscire mai a capire dove fosse esattamente. Inoltre guardando le mappe avevo visto che vicino c’erano anche il teatro dei bambini, il Palo Alto Art Center, il Palo Alto Junior Museum and Zoo, che già avevo visitato lo scorso anno, la piscina, il Rinconada Park, insomma, la location mi permetteva di vedere spazi diversi con un unico viaggio.
Una volta arrivata alla biblioteca, parcheggiata la macchina e scesa con Franky, mi sono accorta di aver sbagliato biblioteca! Ero arrivata alla biblioteca Rinconada, che ospita anche una sala con collezioni di libri per teen agers, ma non per i bambini! Allora mi sono diretta senza indugio al banco informazioni. Non potevo fare altrimenti, dato che a caratteri cubitali c’era scritto che lì avrebbero fornito ogni genere di RISPOSTE-ANSWERS.
Qui mi è stata data una mappa apposita dal nome ‘Walk&Roll-to libraries’, chiaramente frutto di qualche riflessione sui temi dell’accessibilità, pedonabilità, bla bla bla (tutte cose che i miei amici planner, o aspiranti tali, conoscono fin troppo bene), che mi sarebbe servita per poter arrivare alla Children’s Library.
La biblioteca dei bambini, non distante e raggiungibile, anche a piedi, in cinque minuti, è una piccola struttura ad un piano. L’ingresso conduce in una sala a scaffali a vista, con tavolini e giochi, angoli con sedute per la lettura e uno spazio relax con dei divanetti. Da questa prima sala si accede ad una seconda stanza della biblioteca che è dedicata alle letture ad alta voce, allo story time. Ci sono tappeti, poltrone, seggioline, cuscini e, anche qui, pareti piene di libri.
Lo story time di solito dura una mezz’ora e, a seconda del target dei partecipanti, prevede parti cantate, mimate, o letture tout court ad alta voce. Ovviamente, in stile americano, all’inizio vengono dedicati cinque minuti alle regole. Spegnere il cellulare, stare zitti, ascoltare, se il bambino non mostra interesse, se inizia a gridare, a correre etc allontanarsi gentilmente, se vuole rientrare si può rientrare ma senza fare casino … Per ora solo la biblioteca di Los Gatos mi è sembrata un po’ più flessibile e con un taglio un po’ più soft e giocoso alla lettura collettiva.
Siamo entrati, ci siamo seduti, Francesco ha trovato un libro, poi un altro… Voleva leggere un libro sul ‘Lupo che voleva essere una pecora ‘e non gliene fregava molto di Tiffany e delle sue canzoncine!
Morale della favola: dopo due minuti ho dovuto portarlo fuori 🙂
Il libro, sorpresa, era in italiano. Qui, infatti, oltre alle sezioni cinesi e hindi si possono trovare scaffali di libri in russo, italiano, francese, spagnolo, portoghese, tutto a conferma che a Palo Alto la composizione della popolazione è un po’ più varia.
A Francesco da qualche tempo piacciono un sacco le biblioteche – ‘Mamma, andiamo biblioteca (coi) bimbi’ . Poi, in realtà, coi bimbi non è che ci stia tanto, gli piacciono le aree a scaffale aperto e se per caso vede libri di Topolino, Cenerentola, per non parlare di Biancaneve, impazzisce e vuole che glieli legga quattro o cinque volte.
Mi piace eh, però cerco di non arrivare mai alla terza rilettura. Allora ad un certo punto lo inganno, lo distraggo e cerco di portarlo al parco.