Febbraio e Marzo sono stati mesi intensi e pieni di bellissime visite.
Prima è venuta una delle mie più care amiche, Maria Luisa (o Meri, o Luisa, o Mariuccia, molte declinazioni), che è stata con noi per una decina di giorni. E poi mi hanno fatto visita i miei zii: zia Sandra e zio Marco. Sandra è poi rimasta un po’ di più, per potersi coccolare i bimbi. Sopratutto Francesco, suo preferito.
Ma andiamo con ordine.
Arrivo
Atterrata nell’aeroporto di Oakland, dopo un viaggio di quasi 24 ore, ha fatto il suo primo ingresso negli States una delle mie più vecchie conoscenze, l’amica con cui sono cresciuta, con cui ho passato giorni e giorno per le strade di Lambrate cantando a squarciagola, condividendo momenti più e meno luminosi. Insomma, una di quelle amiche che incontri da adolescente, quando stai cercando di capire chi sei e che cosa fai, sognando quel che sarai. Una di quelle amiche che poi rimangono dentro.
Grande festa quando è arrivata la Meri.
I bambini sono stati contentissimi e la zia se li è coccolati per bene.
Quando hai amiche così amiche che sembrano sorelle, hai la possibilità di farti aiutare in tante piccole cose, ma sopratutto hai qualcuno che ti aiuta a capire cosa stai facendo e come lo stai facendo e che, eventualmente, ti permette di correggere alcuni comportamenti che portano a circoli viziosi.
Costruire rapporti è sempre difficile, anche, o forse soprattutto, i rapporti mamma-figli. Avere vicino persone che ti aiutano a vederti dall’esterno è sempre una grande benedizione.

Dieci giorni sono passati in fretta. Un po’ di tempo lo abbiamo passato vedendo alcuni posti tipicoi, altri semplicemente siamo state in giro per le strade della mia ‘nuova’ ‘città’ ospitante, Sunnnvale. Siamo state a Mountain View, abbiamo preso un cappuccio al Red Rock Cafè (uno dei primi cafè co-working della valley, rigorosamente no-profit), siamo state a fare un puzzle alla biblioteca di Mountain View (ve lo avevo detto che qui le biblioteche hanno puzzle che tutti possono contribuire a finire?), poi abbiamo fatto una passeggiata a Shoreline, siamo state a vedere l’Apple Visitor Center (che la Meri ha snobbato- ‘che sfigati’), qualche Sturbucks qua e là.

E poi, il sabato siamo finalmente partite per … San Francisco!
San Francisco, finalmente la Città
Dato che è stata la prima volta che ho passato una notte lontano dai miei pargoli, il tutto merita un approfondimento. Abbiamo anche registrato dei bollettini che, però, purtroppo, sono andati perduti (ce li ha lei).
La partenza. Dopo un pranzetto presso Sushi Tomi- Mountain View (uno dei migliori Sushi della Bay Area) con tutta la famigliola, io e Maria Luisa ci siamo allontanate senza farci vedere per prendere il primo treno diretto a San Francisco.
Arrivate dopo un’oretta al capolinea del Caltrain, abbiamo preso 3rd street dirette presso il nostro alloggio: una stanza di un albergo 1 stella senza bagno, con pessime recensioni, ma estremamente economico e in linea con la nostra tranquillissima idea di gita-avventura.
A spasso in Città. L’arrivo in città dopo giorni (settimane, per me) di suburbio è tipo una delle cose più belle che può capitare. Vedere la gente, i colori delle case, stare attenti alle macchine, orientarsi guardando lo skyline, sentire voci, gente che grida, clacson, essere investiti da odori diversi (cibo, fogna, mare, cibo cinese, smog), riconoscere le differenze tra modi di abitare… beh, è davvero meraviglioso. La città è sempre la città, trasmette voglia di vita.
La bettola. L’albergo che avevamo prenotato era proprio nel centro di North Beach, la little Italy di SF, ed ero molto curiosa di vedere questa parte di città, dato che fino ad ora le gite a San Francisco erano state fatte solo per soddisfare i bisogni primari genitori-figli: posti non pericolosi e non stressanti, in cui i bambini possano giocare, non perdersi, non essere rapiti, non essere investiti.
Dopo aver constato che, sì, in effetti la stanza era terribile ma dava proprio su Columbus Ave, abbiamo lasciato l’albergo e siamo andati verso il mitico Golden Bridge.

Il Golden Bridge è davvero un’opera meravigliosa e lascia senza parole. Imponente, elegante, con l’oceano che ci sbatte contro, con la baia che si apre dalla parte opposta.
Il mondo è piccolo. La sera avevamo appuntamento con un’altra nostra amica di vecchia data, Gabriella, che cinque anni fa è venuta a vivere e a lavorare a Berkley.

Abbiamo così passato una notte da giovani in giro per San Francisco. Alla fine, comunque, abbiamo semplicemente mangiato fuori, girato per qualche locale, scherzato, bevuto qualcosa, conosciuto un po’ di gente a caso.
The day after. Il giorno dopo ci siamo svegliate presto e siamo andate a vedere Alcatraz.
Prima di imbarcarci sul battello abbiamo però fatto colazione e inciso un bellissimo singolo: ‘ Fa freddo a San Francisco’.
Dedicherò un altro post per descrivere Alcatraz, dato che, effettivamente, non capita tutti i giorni di poter vedere da vicino un carcere così famoso, poterci camminare dentro e provare a capire cosa potesse significare essere lì.


Arrivederci Meri
Finita la gita siamo tornate nella tranquilla Silicon Valley, a goderci le villette e i giardini. Abbiamo fatto qualche altra gita, siamo state nella bella e ventosa Half Moon Bay, abbiamo mangiato il famosissimo panino con l’aragosta di Sam’s Chowder, e poi è arrivato il momento di salutarci.
Vabbeh, certe persone le saluti, ma sono sempre vicino a te, in parti del cuore, in angoli di memorie, in tanti piccoli gesti che ti accompagnano quotidianamente*.

** per sdrammatizzare: è successo che un giorno Maria Luisa mi ha convinto a fare un po’ di ginnastica guidate da qualche youtuber di turno.
Per chi non lo sapesse: spopolano in questo periodo video-tutorial sul come fare ginnastica, come avere pancia piatta in 3 mesi, glutei sodi in 30 giorni, su come fare addominali, push up etc etc. Ovviamente è un mercato decisamente in crescita, si moltiplicano le app (spesso a pagamento, ma non sempre) che ti propongono percorsi speciali per dimagrire, tantissime le pagine blog con gli esercizi giusti da fare etc etc. Succede che poi questi finiscono per proporti versioni premium, prodotti dimagranti, consulenze specializzate etc. Ma, con un po’ di senno, possono anche semplicemente darti una panoramica di come rimetterti in carreggiata.
Io sono sempre stata un po’ titubante, ma dopo aver provato con Meri, devo, in parte, ricredermi. Su youtube ci sono tantissimi programmi gratuiti e, per una neofita come me, alcune cose sono anche calzanti.
Così, una delle cose che mi ha lasciato Meri è una discreta voglia di mettermi, con costanza, a fare questi benedetti esercizi. Il ‘mio’ personal trainer, tra l’altro, è napoletano, molto simpatico, mi incoraggia e mi fa morire dal ridere quando mi dice: ‘Resisti, abbiamo quasi finito, al termine, faremo una pausa. Non mollare!’