Semi

Non importa, Carmela

Sono passati 10 anni, 10 lunghi anni da quando se ne è andata mia nonna Carmen: mio punto di riferimento, madre, padre, sorella e, a volte, amica. Voce fuori dal coro, voce a volte scomoda, altre volte voce fin troppo accomodante.

Questi versi un po’ ricordano lei: ma inutile cercare troppe connessioni con la realtà. Un po’ (mi) ricordano quei giorni in cui lei c’era: in effetti li ho scritti più di 10 anni fa!

Potrei anche lasciarli nel cassetto e nei diari, ma oggi no, oggi li canto qui.


Respirare

Non importa, Carmela, se hai fatto del bene o hai fatto del male.

Bene o male a chi poi? Alle tue figlie? Ai tuoi cari?

Le donne che vengono a trovarti nella tua casa in riva al mare

rimangono stordite dalla svelta favella che arrotoli attorno ai loro colli,

tanto è feroce

l’emozione che provochi dentro i loro ombelichi.

Ridi di gusto vedendo i loro occhi smarriti, mentre i tuoi sono già lontani,

dove il plumbeo orizzonte d’arancio si accende,

e si spegne nel blu.

 

Tu ti lamenti

e dici che niente è più come prima.

Ma di cosa stai parlando? Il sindaco è ancora in galera,

e i bambini si trovan la sera davanti al fienile di P*.

Sui monti la Romina porta al pascolo le capre

e gli uomini al bar stanno per ore a bere e a fumare,

aspettando di vederla al ritorno.

Forse solo tu sei cambiata

e neanche sai il perché.

 

L’altra sera ti ho visto davvero,

in tutta la tua fragilità.

Ti guardavo riflessa nell’ombra allungata

che sul muro faceva strane ombre orientali,

distorcendo i contorni, le forme…

E, in silenzio,

ascoltavo il tuo respiro.

 

Inspirare, espirare- mentre il panico si fa strada feroce, risalendo dal ventre

quasi fino alle tempie,

trasportando il terrore nelle periferie delle tue mani.

Inspirare- espirare, mentre il petto fatica a distendersi

e la carne contratta

sfianca la tua pazienza,

e scappan le bestemmie, e le ingiurie s’alzano nella stanza

“Porco… no… lasciami in pace!”.

 

Inspirare, espirare-

e stringi i pugni e gridi, e lo vuoi fermare.

“Ti prego… lasciami in pace! Smettila!”

E l’aria arriva ai bronchi,

stanchi e cupi come boschi mangiati dalle fiamme.

 

Inspirare- espirare. E il corpo si contorce e la testa un po’ ti gira,

e cerchi di cacciare giù in fondo tutte le tue delusioni.

 

Inspirare- espirare.

E l’aria è ferma,

e stringi le coperte.

 E tutto intorno a te 

è il vuoto.

 

Samantha Margherita



 

Rispondi

Inserisci i tuoi dati qui sotto o clicca su un'icona per effettuare l'accesso:

Logo di WordPress.com

Stai commentando usando il tuo account WordPress.com. Chiudi sessione /  Modifica )

Foto di Facebook

Stai commentando usando il tuo account Facebook. Chiudi sessione /  Modifica )

Connessione a %s...