non dire mamma

Miss Samantha nella Silicon Valley – Lunedì

Per motivi che esattamente non ho chiari, alla scuola dei miei figli mi hanno pregata/ obbligata ad andare tre pomeriggi a settimana a lavorare come aiuto maestra e da oggi, per una settimana, sostituisco a tempo pieno una maestra in vacanza. Il mio ruolo è quello di ‘Art teacher’.

Incrociate le dita per me!

Disclaimer: i fatti qui raccontati sono un po’ veri, un po’ fittizi, i toni sono a volte esagerati, il linguaggio colorito e assolutamente non politically correct. ‘Ogni riferimento a persone esistenti o a fatti realmente accaduti è puramente casuale.’

Le osservazioni possono essere a volte non filtrate, non ripulite, ma sono molto vere e vengono direttamente dalla sede dove nascono le emozioni: la pancia.

Lunedì

‘Nel mezzo del cammin di nostra vita mi ritrovai per una selva oscura’

Così scrisse il Poeta. Io, invece, coi miei trentacinque anni, mi trovo qui a Sunnyvale, City of Destiny, in California, vestita con una gonna lunga e sopra una tunica, e corro.

Quando Miss Lisa, sorridendo, mi ha detto che era contenta che avessi accettato di andare a lavorare a scuola tre pomeriggi a settimana, mi ha anche spiegato che l’unica regola per le insegnanti era di vestire ‘modest’ e, nella fattispecie, di mettere una gonna, una gonna lunga, o un abito. Niente pantaloni, proibite le minigonne, ovviamente.

Certamente il mio culo in shorts sarebbe stato sconsiderato, lo capisco, ma una bella e comoda tuta non mi sembrava una così cattiva idea, non credo che qualche bambino sarebbe rimasto sconvolto… 

In ogni caso, eccomi col vestito.

In dotazione ogni maestra ha un grembiule con tasche, un pennarello indelebile e un foglio con i nomi dei bambini e la ripartizione delle classi.

Mentre corro a scuola, rileggo il foglio con i nomi dei bambini.

Nomi incomprensibili e impronunciabili (il 75% dei bambini è di origine asiatica-indiana). A cena i miei figli mi dicono: ‘Oggi ho giocato con Veeksith, con Vignush, con Vishurdu’. Io ogni volta che ho provato a ripeterli mi sono sentita dire: no mamma, ripeti ‘Vi-shu-rdu, Ar-chit, Gau-tha-mi’

Nomi impossibili, suoni mai sentiti! Aiutooooo! Stamattina ho navigato un po’ a vista, la classe che mi è stata assegnata, per fortuna, ha due o tre bambini ‘caucasici’ con nomi che riesco a pronunciare. Ma per quanto riguarda gli altri….

Approfitto del fatto che questi bambini sanno praticamente già fare lo spelling del loro nome.

E cerco di giocarci su.

‘Dai, tu sei… vediamo un po’: Sajeet? Fai lo spelling, vediamo se è giusto!’

‘Miss Samantha, puoi scrivere per favore il mio nome sul barattolino?’ ‘Va bene! Ecco qui… ma che succede, perché piangi? Dai, su… Ah, ho sbagliato? C’è una sola A? Correggo: Athav.’

Ora corro, è finita la mia ‘pausa pranzo’ e sto tornando di fretta a scuola.

Corro lungo Mc Kinsley road, passo davanti alle case singole su lotto che mi separano dalla scuola: nessuno per strada, come sempre.

Saluto la mia ‘amica Navajo’, una delle poche persone che si possono vedere in quartiere con una certa costanza. È una nativa americana, un’indiana, sposata con un messicano. È anziana, la pelle rugosa, lo sguardo perso nel vuoto. Mi chiedo sempre a cosa stia pensando. Io penso che la terra che ora percorro di fretta una volta apparteneva alla sua tribù. Penso che qui gli spagnoli sono arrivati nel 1777, cioè ‘solo’ 250 anni fa, e hanno preso tutto, poi la California è diventata uno degli Stati della confederazione Usa. Per gli indiani, comunque, nessun posto.

La saluto e corro a scuola, una scuola montessoriana, cristiana.

Onestamente ho capito da subito che ‘l’affiliazione cristiana’ unita al metodo montessoriano non dovesse essere sottovalutata, ma, tutto sommato, mi era sembrato tutto nella norma.

Però adesso, da dentro la scuola, vedo e noto delle piccole incongruenze… e mi si stanno conficcando in testa dubbi siu dubbi, e sto entrando in crisi!

Ora corro a scuola, vediamo che succederà.

Poi lascerò sedimentare il tutto per una notte, che le impressioni a caldo scottano sempre.

4 pensieri riguardo “Miss Samantha nella Silicon Valley – Lunedì

  1. Grandissima Samanta.. Puoi farmi lo spelling del tuo nome, per cortesia? C’è una ‘h’? alla fine o prima dell’ultima ‘a’? 🙂 🙂 🙂
    Good Luck.

    "Mi piace"

Rispondi

Inserisci i tuoi dati qui sotto o clicca su un'icona per effettuare l'accesso:

Logo di WordPress.com

Stai commentando usando il tuo account WordPress.com. Chiudi sessione /  Modifica )

Foto di Facebook

Stai commentando usando il tuo account Facebook. Chiudi sessione /  Modifica )

Connessione a %s...