Silicon City

A passeggio sul Camino Real

Quando si arriva in un posto nuovo scatta dentro ognuno di noi la modalità spirito di sopravvivenza.

E lo spirito di sopravvivenza cosa dice?

Dice: orientati!

Oggi si fa quel che si può: qualcuno guarda ancora le stelle; qualcuno si annota dove sorge e dove cala il sole; tanti cercano qualche punto di riferimento.

E sono sicura che per chi arriva in Silicon Valley uno dei punti di riferimento indiscussi nella creazione della sua mappa mentale di orientamento sia El Camino Real.

El Camino Real è uno degli assi principali lungo il quale si articola la Silicon Valley e un po’ tutta la California; è una strada di 956 chilometri che va da San Diego a San Francisco, collegando le ventun Missions che vennero fondate a partire dal 1769 dal padre francescano Junipero Serra & company.

Curiosità sul Cammino Real

Ho letto per il web che El Camino Real è tutta un’invenzione commerciale, montata durante la fine del diciannovesimo secolo sotto gli influssi del Mission revival Style, movimento architettonico che riportava in auge lo stile coloniale, lo stile adottato dagli spagnoli durante la conquista di queste terre, durante la colonizzazione dell’Alta California.

In effetti in questa mappa El Camino real non c’è. Vedo una Monterey road e basta.

Per rendere il tutto più veritiero hanno anche posizionato delle ‘campane storiche’ lungo tutto il percorso a distanza di un miglio l’una dall’altra. Tutto questo per sottolineare il passato (un po’ reinventato della California spagnola.

Perché queste terre, sebbene non tutti lo ricordino o lo sappiano, sono state abitate per più di un secolo da spagnoli e messicani. El camino Real era la strada del re (di Spagna) e tutte le strade erano sue. Quando il Messico conquistò la sua indipendenza dalla Spagna nel 1821 le strade persero immediatamente questa denominazione.

L’altro giorno a scuola di Francesco riflettevo con Miss Alice di quanto fosse giovane lo Stato della California, alla fine diventato parte degli Stati Uniti d’America solo nel 1850 .

You know more things than I do!’  

Cala il silenzio; Miss Alice ha 60 anni, è nata ad un centinaio di chilometri da Los Angeles e vive in California da sempre. Questo per ricordare quanta gente ignora la Storia (nel mondo, non solo qui in America), addirittura la Storia della propria terra!

La strada che fa la città

Paragonato con la desolazione di certi quartieri residenziali che si possono trovare in Silicon Valley per un europeo una passeggiata sul El Camino Real dà il brivido della Rambla, gli sembra di essere sugli Champs-Élysées… insomma sente di non essere completamente solo, vede che qualcosa si muove (una società?).

E nel muoversi questa società, o tracce di essa, mostra tutta la diversità di questa terra di migranti e di immigrati e tutte le contraddizioni di questo paese.

El Camino Real è una via pensata per l’automobile e su di essa si attestano centinaia di piazze commerciali, ognuna connotata dal suo supermercato, dal fast food di turno, dalla tipologie di negozi e dalle loro popolazioni di riferimento; ognuna con il suo grande sconfinato parcheggio.

C’è la piazza disagio: trovate un Dollar Tree o un Walmart e non vi potrete sbagliare.

Ci sono le piazze etniche a loro volta divise tra piazze cinesi (educate), piazze messicane (incasinate e arrangiate alla meglio, un po’ sporche con i dipendenti che scongelano le donuts in strada e cose che i NAS metterebbero tutti in quarantena per quarant’anni) e le piazze indiane (che, per motivi che non so, sono quelle che mi piacciono di più: colorate, rumorose, vive, con odori che a volte spiazzano ma che io AMO).

E poi ci sono la piazza un po’ radical chic (Traders’ Joe), quelle molto radical chic (Wholefood e Sur la table), la piazza ‘white and rich’, la piazza parcheggio, la piazza deserta, la piazza ‘o mamma dove son finita’, la piazza tutta food, la piazza che spiazza.

Ma no, non sono ghetti: ci si mischia, anche se non troppo. Si scende dalla macchina, si compra e si fugge via.

E poi ci sono gli autobus che lungo El Camino Real sono anche abbastanza frequenti (uno ogni 15 minuti che per gli Stati Uniti è veramente un buon servizio), anche se solo frequentati da me e dai messicani.

Sì, proprio così; gli autobus sono quasi sempre vuoti: qualche studente, qualche nonno cinese, qualche messicano, spesso due o tre senzatetto e poi la sottoscritta.

Alla fermata dell’autobus chiedo informazioni in spagnolo comunque ricevo risposte nella lingua amica e va bene, perché capisco qualcosa, quanto basta per sapere quando passerà il prossimo bus.

E piano piano lo vedi come questa strada che prima correva silenziosa e timida in mezzo ai frutteti (le prugne della California prima le facevano tutte qui) sta diventando altro. Si atteggia da strada quasi urbana, anche se non lo sarà mai del tutto. Hanno iniziato a costruire palazzi fronte strada e la gente ci passeggia pure.

You can kiss but you can’t piss

Rimane da capire cosa connetterà mai questa strada, se riuscirà a mettere in relazione le tante culture che stanno arrivando nella valley o se continuerà a fare da cerniera a mondi così distanti tra loro.

L’altro giorno dopo aver accompagnato Carmen Sofia a scuola mi sono fermata a parlare con alcune mamme indiane che conosco ormai da alcuni anni (anche i loro figli frequentavano l’asilo con la mia).

Parliamo della vita in Silicon Valley, delle differenze con la loro vita in India. Conoscere i punti di vista delle altre culture e delle altre donne è sempre interessante. A volte spiazza un po’ e fa riflettere.

‘Qui stiamo bene: possiamo lavorare in diversi settori e anche se ci manca la nostra terra ci ambientiamo. A volte la sera andiamo a fare una passeggiata sul Camino Real.’

‘Però – continua una delle due- la cultura americana a me non piace.’

Sono d’accordo, anche a me tante cose della cultura americana mi stanno strette.

‘In che senso? Cosa non ti piace?’ – chiedo, voglio sapere di più di cosa non le va a genio.

‘Beh, ad esempio non mi piace che i ragazzi e le ragazze camminino per strada tenendosi per mano, o che si bacino per strada.’

Spiazzata. Parlandone con Salvatore, che ha molti colleghi indiani, mi arriva la conferma: ‘Già, per tanti di loro è assurdo.Non lo sai cosa dicono dell’America? USA is where you can kiss but you can’t piss.

Ci sono così tante differenze culturali in questa terra che bisognerebbe non solo aprire porte, ma far entrare le persone nelle case, farle incontrare, sedersi, parlare cercare di capirsi e capire dove si vuole andare.

Dove cavolo andrà la Silicon Valley?

Siti che ho guardato qua e là

http://www.conejovalleyguide.com/welcome/the-story-behind-those-historic-el-camino-real-bell-markers.html sulla grande idea delle campane storiche…

http://www.californiathroughmylens.com/california-missions mio sito di riferimento per girare la California

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