Il secondo incontro organizzato insieme a Bay Area Italian Events per i bambini italiani nella Bay Area ci ha visto spostarci verso sud e precisamente a Napoli.
L’intento era quello di raccontare ai nostri bambini ‘expat’ della loro terra di origine e di farlo in maniera leggera. In realtà tanti dei bambini che hanno partecipato all’incontro sono nati in America. Siamo noi genitori che cerchiamo molteplici modi per modellare quel legame che c’è nei geni ma che a volte un po’ si perde.
A me quello che più manca è la bellezza della città: la sua bellezza estetica e la sua bellezza umana: la desolazione del suburbio americano proprio non mi va a genio.
Non so quanta ‘bellezza’ sia possibile trasmettere attraverso questi incontri, ma spero che in qualche modo possa rimanere qualcosa impresso da qualche parte dell’anima di questi bambini.
Questa volta abbiamo scelto di raccontare della città di Napoli e di alcuni suoi simboli: il Vesuvio, la pizza, i suoi castelli… Vediamo come è andata.
Il Bingo di Napoli
Come per l’incontro su Roma, anche per questa volta abbiamo provato il gioco del bingo/tombola: i bambini estraevano una cartellina e provavamo a descrivere l’oggetto rappresentato.
La scelta di rappresentare sia oggetti noti e semplici (la bandiera dell’Italia, il sole, il Vesuvio) ed oggetti meno conosciuti (alcuni monumenti) o evocativi (il cornetto portafortuna, le carte napoletane) è risultata funzionale al tipo di pubblico che ha partecipato a questo incontro.

Ovviamente i bambini hanno potuto riconoscere facilmente i primi oggetti, mentre i secondi erano un po’ più ostici. Comunque a è stato bello e interessante vedere come i genitori hanno partecipato al gioco condividendo il loro sapere e le loro conoscenze.
Il mio interesse principale è proprio quello di offrire occasioni per raccontare delle città, dei loro spazi, dei loro simboli e di come le persone ci vivono dentro. Questo gioco può essere usato sia con bambini piccoli, ovviamente in modalità basic, che con ragazzi più grandi ai quali è interessante trovare il modo di raccontare qualcosa in più riguardo la storia o le storie legate ad un simbolo. Per gli adulti, poi, è interessante vedere come una stessa immagine possa evocare storie molto simili, talvolta molto diverse.
Non avendo trovato un libretto della Pimpa a supporto di questa tappa del viaggio, mi sono munita della bellissima mappa prodotta da Italy for kids.

La mappa è un supporto bellissimo e si aprono possibilità infinite di gioco per quelli che come me le amano.
Per questo incontro, però, mi sono limitata a mostrarla ai bambini.
Art workshop : ‘O sole mio’
L’attività artistica collegata a questa tappa partenopea prende spunto dai laboratori ispirati al metodo Bruno Munari e al suo libro ‘Disegnare il sole’.
Sono molto affascinata dal metodo Bruno Munari, anche se, per motivi logistici, non ho potuto ancora frequentarne alcuno.
Ho letto diversi blog dove si racconta quali sono i principi e gli obiettivi che guidano questi laboratori e mi sono sembrati molto in linea con le mie curiosità e sperimentazioni.

La proposta che ho fatto ai bambini della Bay Area a grandi linea è stata così organizzata.
Napoli, ‘O sole mio’: gioco per bambini dai 3 anni in su
Materiali
- Fogli di carta bianchi;
- Tempera e pennelli, matite colorate, pastelli a cera nei colori del viola, rosso, arancio, giallo;
- Corda e mollette.
Fasi del laboratorio
- Preparazione. Disporre i colori in diversi contenitori ben distanziati tra loro;
- Disporre le postazioni dove i bambini potranno colorare;
- Stendere una corda con delle mollette da un albero all’altro (o lungo una parete);
- Immersione nel ruolo. Introduzione del laboratorio ‘O sole mio’ in cui parliamo del sole e proviamo a descriverlo nei diversi momenti della giornata, al mattino, al tramonto;
- Inizio. Iniziamo a prendere i colori e proviamo a disegnare il sole. Ogni bambino può disegnare più soli e poi può appendere il suo sole alla corda.
- Osservazione: cosa è venuto fuori? Quanti tipologie di sole abbiamo? Quanti sono simili?
Suggerisco di andare a vedere i blog (qui e qui) da cui ho tratto spunto per questo laboratorio e le riflessioni delle educatrici, che sono molto stimolanti.
3 pensieri riguardo “Napoli: conoscere le città italiane e parlare l’italiano”