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Acqua alta a Venezia: conoscere le città italiane e parlare l’italiano

La terza proposta laboratoriale attraverso cui avvicinare i bambini alla storia e alle tradizioni delle città italiane ci ha portato a Venezia.

Dopo aver sperimentato il gioco del Bingo di Roma e Napoli, questa volta ho voluto provare una diversa modalità di gioco per unire il momento del racconto a quello della dimensione più creativa e artistica.

Inoltre avevo il desiderio di usare la mappa. Come ho già scritto la mia passione per l’urbanistica si fa sentire costantemente in tutto quello che faccio!

Devo dire che questo di Venezia è forse uno dei laboratori che mi ha dato più soddisfazione sia perché ho cambiato un po’ il format, sia perché sono riuscita a utilizzare creativamente l’imprevisto e a integrare alcuni input ricevuti dai bambini.

Il valore aggiunto in questi tipi di laboratori lo fanno sempre gli educatori, i leader del gruppo, che devono capire come gestire tempi e bisogni dei partecipanti, in questo caso i bambini. Questo è parte della filosofia caratterizzante del Reggio Emilia Approach (ma non ho approfondito, quindi potrei essere mooolto superficiale e imprecisa) .

Vediamo cosa è successo!

Acqua alta a Venezia: scoprire la storia delle città italiane, la loro forma, le loro tradizioni. 

Come per le altre città ho preparato una cartella del bingo di Venezia con 24 caselle rappresentanti monumenti, simboli, piatti tipici: l’acqua, le isole da cui è composta, San Marco, i bigoli, gli zaeti, la maschera di Arlecchino.

Questa volta, però, non ho realizzato le singole cartelle del bingo e ho stampato le singole figure in un formato più grande, ognuna numerata sul retro.

A parte ho preparato una mappa della città di Venezia dove erano presenti delle caselle vuote contrassegnate da un numero.

Una volta distribuite le varie immagini di Venezia ai bambini, è partito il gioco. Ogni bambino, a turno, girava il suo tagliando e lo posizionava sulla mappa mentre davo una breve spiegazione di cosa fosse la figura rappresentata o chiedevo ai presenti se sapevano di descrivere quello che vedevano.

Dopo aver posizionato e incollato le immagini, abbiamo dato il via al laboratorio di pittura e abbiamo dipinto con diversi tipi di blu il mare: abbiamo fatto salire l’acqua a Venezia.

Ora che ci penso ho dimenticato di spiegare come ho strutturato i laboratori. Nel momento della loro progettazione mi sono lasciata in parte ispirare da come vengono organizzati gli incontri promossi da Tinkergarten, un’esperienza molto interessante di ‘scuola nel bosco’ (ma a pagamento) a cui ho partecipato lo scorso anno.

Ogni incontro è stato pensato e strutturato in 5 parti:

  • un momento in cerchio durante il quale cantavamo la canzone ‘Girotondo’ a cui seguiva un momento sempre cantato (non vi ho detto che canto sempre, vero?) e sempre in cerchio, di saluto dei singoli partecipanti;
  • l’introduzione al tema del giorno, in questo caso il viaggio in Italia e nelle sue città con la presentazione della città;
  • un breve break con piccola merenda;
  • il laboratorio artistico vero e proprio;
  • osservazione  e restituzione collettiva e saluto.

Durante la merenda alcuni bambini più grandi si erano messi a raccogliere foglie, legnetti e avevano, dal nulla, deciso di fare una piccola imbarcazione utilizzando un pezzo di corteccia che avevano trovato.

È stato naturale spronarli a continuare questo lavoro, che ci ha permesso, una volta finito il laboratorio di pittura di calare nel Canal Grande la loro barca (ma forse, in effetti, era una gondola).

Questa ultima parte è stata molto suggestiva e mi ha fatto sentire molto … allineata.

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